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Vi lascio anche il mio intervento in versione testuale
Signor Presidente, signor Ministro la transizione in chiave ecologica dell’economia, la transizione digitale, ambientale e sociale non possono rappresentare un incidente della storia. Sono e rappresentano una straordinaria opportunità per generare lavoro e nuovo sviluppo economico.
Consideriamo lei e il suo Ministero cruciali per orientare al meglio gli investimenti, determinando azioni utili per spingere con moltiplicatori adeguati una buona e piena occupazione con una coerente gestione del debito.
Noi riteniamo il decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti, una proposta inadeguata, senza un’idea di come riordinare i bonus edilizi, una proposta che amplifica anziché risolvere i crediti cosiddetti incagliati; oltre 19 miliardi già maturati che met- tono a rischio 115.000 cantieri, 32.000 imprese e 170.000 lavoratori. Mentre pensate di aver messo una pezza ai problemi del passato, si rischia una crisi sistemica dell’economia italiana. La carenza di liquidità spinge migliaia di imprese di costruzioni verso procedure fallimentari. Quando si perde un’impresa, si riduce l’occupazione, crescono tensioni sociali ed il Paese perde un’idea e un progetto dello sviluppo economico difficilmente ricostruibili in tempi brevi.
Signor Ministro, sono le stesse imprese che poi dovrebbero operare per dare piena attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Siamo consapevoli che una misura come il 110 fosse utile per far ripartire il Paese dopo una pandemia, per rilanciare gli investimenti e garantire una crescita economica più elevata, ma per i costi elevati non poteva essere una misura strutturale. Nello stesso tempo, le importanti azioni in atto per contrastare e sradicare l’illegalità rendono certamente le istituzioni più credibili e più solide, ma non possono determinare il blocco totale delle cessioni dei crediti, a maggior ragione nei confronti di quelle imprese e quelle famiglie che, rispettando le norme dello Stato, hanno operato nella legalità e si ritrovano cantieri bloccati, contenziosi immediati con la pubblica amministrazione e del sistema del credito, ammortizzatori sociali al posto del lavoro. Sono famiglie che si sono affidate ad un progetto delle nostre Istituzioni.
Signor Ministro, per governare un grande Paese manifatturiero non è sufficiente fare opposizione al passato; se non si introducono misure urgenti per affrontare il presente, non si coglie il futuro. Agite in fretta, il tempo sta passando. Noi abbiamo avanzato diverse proposte, a cominciare dall’utilizzo degli F24 a compensazione dei cosiddetti crediti maturati. Abbiamo avviato iniziative importanti e proposte anche per coinvolgere le nostre partecipate pubbliche. Non possiamo giocarci l’esigenza di rigenerare il nostro patrimonio edilizio, la casa, per migliorare la qualità dell’aria e garantire la sicurezza statica del nostro patrimonio residenziale e produttivo. Rigenerare, rinnovare e riqualificare le nostre città è un’esigenza per evitare un insostenibile consumo di suolo.
Occorrono misure urgenti. Non abbiamo quarantotto mesi per dare at- tuazione ai nuovi decreti, ma avete pochi giorni per sbloccare, dico io, i crediti bloccati e salvaguardare l’occupazione e lo sviluppo economico delle nostre imprese e delle nostre famiglie che hanno agito nella legalità.