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9 Ottobre 2024

Governo senza visione di futuro e responsabilità

Se un governo rinuncia a una programmazione di medio termine, se una maggioranza non ha nessuna idea del futuro, se si continua a programmare di tre mesi in tre mesi, esattamente come fanno gli influencer per vendere un prodotto, questo Paese finisce in recessione. State sovrastimando la crescita senza alcuna idea dello sviluppo economico e sociale dell’Italia. Qual è l’idea d’Europa che avete in testa? Quella di Pontida?

Voi presentate un piano truffaldino che nasconde i problemi reali del Paese, senza nessuna strategia, mentre servirebbe un nuovo patto sociale, con buona pace dell’autonomia differenziata. Invece sarete costretti a fare tagli lineari ai servizi, alle spese per la famiglia. E lascerete in eredità ai futuri governi un peso enorme per la mancanza di idee, serietà e responsabilità che un Paese straordinario come l’Italia meriterebbe.

Qui il mio intervento testuale

Signor Presidente, sottosegretario Freni, colleghi, ho ascoltato l’intervento del senatore Claudio Borghi, che teorizzava il concetto semplice secondo il quale è inutile programmare a medio termine, anzi è perfino dannoso farlo. Io mi chiedo: se un Governo rinuncia a una programmazione di medio termine, se una maggioranza non ha nessuna idea del futuro del Paese e continua a programmare in maniera trimestrale, esattamente come fanno gli influencer per vendere un prodotto, questo Paese finisce in recessione.

Lo dico al collega Borghi: il Paese finisce in recessione, perché questo è l’esito naturale dell’assenza di una programmazione economica e sociale. Ecco perché consideriamo questo Piano strutturale di bilancio di medio termine un’occasione sprecata.

È un’occasione sprecata proprio perché il fatto che, per un Paese in procedura di infrazione come l’Italia per deficit e debito eccessivo, sia aperta in attuazione del nuovo Patto di stabilità una componente correttiva di finanza pubblica non inferiore allo 0,5-0,6 del PIL, della durata del Piano, avrebbe richiesto un progetto, una strategia industriale ed economica, una capacità cioè di unire il Paese e non di dividerlo.

Sono mancate tutte le forme di partecipazione e di coinvolgimento dei corpi intermedi. È mancato il coinvolgimento preliminare del Parlamento. Siete qui, questa mattina, addirittura a denunciare l’inutilità della programmazione a medio termine. Io mi chiedo come potete pensare di aiutare questo Paese ad uscire da una fase molto difficile. 
Ho ascoltato anche le importanti e, come sempre, interessanti riflessioni del presidente Monti in materia di sostenibilità finanziaria e di politica economica europea. Tuttavia, voglio ricordare, con grande franchezza, i dati attuali della produzione industriale del Paese: non dimentichiamo mai che parliamo di una produzione industriale che è di 5,5 punti in meno rispetto al 2021, quando questo Paese aveva ancora le misure restrittive per uscire dalla pandemia.

Ora, solo con questi dati, visto che la produzione industriale dovrebbe rappresentare all’incirca un quinto del prodotto interno lordo, voi state sovrastimando la crescita. Lo avete fatto nel 2024, continuando a parlare, fino a poche ore fa, dell’1 per cento. Invece adesso ci dite, per ragioni di realismo e prudenza, che pensate allo 0,8. Non dite quali sono gli elementi di correzione dei conti pubblici. Non indicate nessuna misura per incorporare una crescita inferiore all’1 per cento nel 2024 e continuate a sovrastimarla per il 2025-2026-2027, senza alcuna idea dello sviluppo economico e sociale di questo Paese.
Continuo a pensare che voi non abbiate un piano ambizioso e realistico tra le mani, come ha detto il ministro Giorgetti. Voi avete il primo tradimento vero del programma di centrodestra e non avete alcuna soluzione per raccontarla agli italiani.

Avete fallito sul terreno classico della destra: lo sviluppo economico. Ascoltate le audizioni e i corpi intermedi, prendete in esame la possibilità che gli stessi corpi intermedi comincino a immaginare che non bastino i condoni, i concordati e le flat tax per costruire nuovo sviluppo economico e garantire occupazione e crescita.
Continuate invece a insistere in questo scambio. Pensate di mantenere il consenso delle piccole e medie imprese promettendo condoni e un fisco à la carte, quando sappiamo perfettamente che oggi il problema di fronte a noi è più grande e alto e richiederebbe anzitutto – lo dico con grande chiarezza – la soluzione dei problemi interni alla maggioranza, che sono enormi. Voi denunciate quelli dell’opposizione, ma noi siamo all’opposizione, non al Governo, e ci sarà una ragione.

Chi è al Governo dovrebbe almeno dire con grande chiarezza che oggi tutte le più importanti trasformazioni economiche in atto si affrontano con la dimensione europea. Ma qual è la vostra idea di Europa? Continuo a pensare che l’Europa abbia bisogno di un comune piano industriale di programmazione, investimenti e politiche economiche, nonché norme fiscali comuni. Ho sentito parlare di tasse sui grandi profitti determinati dal web, dalle nuove tecnologie, ma sappiamo tutti perfettamente che servono un impegno e un investimento europei in questa direzione. Ma qual è l’Europa che avete in testa? Quella che vi ha suggerito Mario Draghi? È l’Europa che – lo dico con grande franchezza – vi ha indicato Enrico Letta con norme interessanti per il mercato unico europeo? Oppure, è la riunione di Pontida?  L’Europa che avete in testa è Pontida o la von der Leyen?

Questi problemi restano irrisolti perché sono al di fuori del dibattito politico. Voi presentate non un piano ambizioso e responsabile, ma un piano truffaldino che nasconde i problemi reali del Paese. E non lo fate nemmeno apposta, perché il problema vero è che questa non è nemmeno una strategia. Si tratta di non affrontare i problemi e nell’intraprendere un’agenda delle riforme sbagliate, inversamente proporzionale a quella che servirebbe. In questa fase servirebbe forse un nuovo patto sociale e non una nuova autonomia differenziata. Probabilmente dovreste essere interessati più a come governare il Paese che non a come comandarlo per occupare il potere. Voi avreste bisogno di un cambio radicale delle agende per le riforme in questo Paese. Voi le negate.

Faccio due semplici esempi, il primo dei quali riguarda la sanità. Presenteremo un emendamento perché riteniamo sia giusto mettervi nudi di fronte al Paese, facendovi assumere le vostre responsabilità. Nel Sistema sanitario italiano c’è bisogno di una riforma e potremmo trovare qui l’unanimità immediata, se volessimo veramente mettere al centro una riforma organica per garantire un diritto alla salute universale per tutti. Voi avete però un’altra idea e la state già praticando: nel non fare niente state spingendo i cittadini che ne hanno le possibilità economiche verso le assicurazioni e il pagarsi le prestazioni. Sono gli stessi a cui dite un po’ meno tasse, senza però dir loro che stanno spendendo migliaia di euro per pagarsi un’assistenza sanitaria che la Costituzione prevede come diritto per tutti.
Voi state anche demolendo il patto fiscale tra cittadino e Paese proprio perché, non facendo niente, state operando verso una privatizzazione che – ahimè – produce un effetto immediato. Non c’è bisogno dei numeri: chi non ha le possibilità economiche sta smettendo di curarsi, non ha più alcun accesso alla prevenzione e non ha un punto di accollo e presa a carico del bisogno di salute nella dimensione territoriale. Nei grandi ospedali e negli IRCCS ormai verticali c’è una grandissima specializzazione.

Attenzione però: come ha scritto anche Mario Draghi nel suo documento, forse sarebbe giunto il momento di ripensare la sanità e l’istruzione, la formazione e la ricerca non come una spesa, ma come un investimento in questo Paese. Questo richiederebbe una riclassificazione della spesa. Dovremmo chiedere ad Eurostat di ripensare l’investimento in salute, perché è un investimento. Pensate alle terapie avanzate, quando sarete costretti a dire alle famiglie, che purtroppo affrontano disabilità o malattie rare, quando oggi la scienza, la ricerca e anche la farmaceutica arrivano a garantire terapie e la possibilità di essere curati, che quella è una spesa di cassa e non un investimento. Come si fa a dirlo rispetto a una terapia avanzata? In questo Paese è un investimento comprare un drone; deve essere un investimento anche garantire un accesso alle cure con l’innovazione e la scienza, per le famiglie italiane in modo universale, altrimenti si rompe il patto.

Voi state negando un principio fondamentale della nostra Costituzione, che sono i diritti di cittadinanza. Voi così rompete l’idea comunitaria e anche nel disegno perverso – ho finito, Presidente – che avete sugli enti locali – attenzione – voi state dicendo loro di fare da soli, di andare avanti: più autonomia è uguale a più responsabilità e più efficienza. No: voi sarete costretti ad un gigantesco taglio lineare sui servizi, perché state rinunciando a un patto tra i livelli di governo. Voi continuate ad evitare l’idea che si possa governare insieme senza conflitto e sarete costretti a tagliare i servizi, ma lì c’è la spesa del welfare, c’è la spesa utile alla dimensione della famiglia. Altro che genitorialità, se si rinuncia ai servizi sociali nei territori, perché mettete in campo tagli lineari. 

Tutto mi porta a dire che, nel non fare niente, purtroppo, spingerete l’Italia in recessione e lascerete in eredità ai futuri Governi un peso enorme per la mancanza di idee, di serietà e di responsabilità che questo straordinario Paese meriterebbe.

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