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25 Luglio 2023

Interrogazione a risposta immediata al Ministro Musumeci

Interrogazione a risposta immediata al Ministro Musmeci

Vi lascio anche l'interrgoazione in versione testuale

INTERROGAZIONE SEN.DANIELE MANCA

Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, voglio consegnare una premessa. Il dialogo tra le diverse articolazioni dello Stato è nel DNA del sistema territoriale dell’Emilia-Romagna, terra laboriosa, con un forte senso di appartenenza e con un orgoglio che spesso si trasforma in una preziosa responsabilità sociale. Lo hanno evidenziato i tanti volontari, ai quali vogliamo anche qui, ora, inviare un grande grazie. Lo hanno evidenziato i tanti sindaci, a prescindere dal colore politico, che rappresentano insieme, credo, uno dei volti più preziosi e più importanti del Paese.

È una terra laboriosa, che unisce il fare al fare bene, ricercando nell’innovazione, nella ricerca, nelle trasformazioni in atto nell’economia e nella società, un’opportunità per una nuova crescita inclusiva e sostenibile. Il dialogo tra istituzioni deve rafforzarsi e non incrinarsi, essendo ancor più necessario nell’ambito di una calamità, un evento climatico senza precedenti, che ha coinvolto sette province, in un’area estremamente vasta, di 1.600 chilometri quadrati, e che, nei due eventi alluvionali, ha riversato 4 miliardi di metri cubi di acqua, quando in un intero anno, in tutta la Regione, se ne consumano 1,4 miliardi per uso civile, irriguo e industriale.

Affinché il dialogo si rafforzi, signor Ministro, le chiedo innanzitutto di fermare i diversi apprendisti stregoni che spesso abitano nella sua maggioranza, in alcuni casi anche al Governo, che cercano speculazioni politiche, evidenziando responsabilità territoriali che non ci sono o negando i cambiamenti climatici, irridendo le trasformazioni ambientali in atto che, come la scienza e il mondo scientifico ci dicono, interessano l’intero pianeta. Non è razionale usare la propaganda al posto della necessaria cultura di Governo.

L’intero sistema territoriale romagnolo ed emiliano, ma anche i territori colpiti della Toscana e delle Marche, non possono accettare questo declino. Signor Ministro, sono trascorsi ottanta giorni dall’inizio degli eventi alluvionali: tanti, troppi, c’è ritardo. Solo ora il generale Figliuolo, ovviamente, afferma che c’è contiguità tra emergenza e ricostruzione, l’esatto contrario di quello che il Governo aveva inizialmente sostenuto. Sempre il generale Figliuolo, che ringraziamo per il lavoro svolto, ha definito le risorse necessarie per i primi lavori di somma urgenza: sempre quei lavori che, in molti casi, lei ai nostri sindaci ha chiesto da chi erano stati autorizzati e perché li avevano avviati.

Insomma, serve un cambio di passo urgente. Penso alla definizione delle risorse necessarie per indennizzare famiglie e imprese al 100 per cento, come promesso dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni. Lavoriamo ogni giorno per smentire le sue previsioni, dichiarazioni fuori tempo e fuori dal tempo, secondo le quali servono nove anni per la ricostruzione. Speriamo di trovare nel suo Governo un alleato. Servono rapidità ed efficienza, servono misure straordinarie e regole semplici. Abbiamo bisogno di ricostruire in fretta il bacino idrografico, per mettere questo territorio in sicurezza e per garantire all’intero Paese la produzione lorda vendibile, che nel settore agricolo è così fondamentale. Servono risorse urgenti anche per il comparto dell’agricoltura. Ancora non abbiamo un quadro economico chiaro e preciso, finalizzato a salvaguardare la credibilità del suo Governo e dunque la credibilità di tutte le istituzioni. Fate in fretta, perché in gioco c’è la democrazia e soprattutto ci sono la fiducia e l’affidabilità, che devono essere garantite a questo sistema territoriale, che ha sempre garantito all’intero Paese, non solo la locomotiva dello sviluppo economico, ma anche un luogo fondamentale di partecipazione e di vita democratica. 

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RISPOSTA MINISTRO

Onorevole senatore, aderendo al suo invito, mi attengo a un profilo istituzionale assolutamente governativo e mi permetta di dirle che non raccolgo la sua polemica, che mi è sembrata per certi versi impropria. Tuttavia, il suo intervento mi consente di fare chiarezza, almeno su due punti che ha richiamato, confidando nella clemenza della Presidenza se abuserò di qualche secondo in più.

Per quanto riguarda le aperture dei cantieri dei sindaci, il sottoscritto non ha mai messo in discussione, né può perché lo prevede la legge, il diritto dei sindaci ad aprire cantieri di iniziativa, nel regime emergenziale, perché lo prevede il codice di protezione civile. Il riferimento era per la fase della ricostruzione, perché, come lei sa e come sanno gli onorevoli senatori, non esiste una norma che definisca con assoluta chiarezza – in questo senso stiamo provvedendo – dove finisce lo stato di emergenza e dove inizia quello della ricostruzione.

Quanto ai nove anni, pensavo che la proiezione del video del mio intervento fosse sufficiente, ma naturalmente mi rendo conto che non è bastato. Questa è l’occasione propizia per riproporre il tema: in Italia non esiste una norma che preveda quanto debba durare lo stato di ricostruzione. Nella valle del Belice dal 1968 è ancora incompleta, lo stesso in Irpinia, lo stesso in Emilia-Romagna, dove da oltre undici anni la ricostruzione non è ancora completata, anche se manca soltanto una minima percentuale.

Questo le dà l’idea, onorevole senatore, di come quel vostro riferimento sia – mi si consenta – improntato a polemica, proprio perché questo Governo sta ponendo un limite a tutte le fasi di ricostruzione. Tutte significa alluvione, significa dissesto, significa incendi, significa crisi industriale, significa sisma; il termine massimo che noi prevediamo è di dieci anni per qualunque tipo di ricostruzione.

È chiaro che una cosa è ricostruire un territorio dopo un’alluvione, altra cosa è ricostruirlo dopo un terremoto, ma dieci anni è il termine massimo. Noi ci auguriamo che con l’Emilia Romagna entro un paio d’anni il generale Figliuolo possa essere messo nelle condizioni, con la collaborazione della Regione e degli enti locali, di completare la ricostruzione. Spero di avere finalmente chiarito questo tema che avrebbe dovuto allarmare le opposizioni, visto che in Italia le ricostruzioni possono durare anche quarant’anni, ma invece di raccogliere consenso mi è sembrato un argomento per una polemica davvero di cattivo gusto.

Tuttavia, se mi consente, torno al testo: lei ricorderà, senatore Manca, che dopo i primi provvedimenti di carattere strettamente emergenziale, il Consiglio dei ministri ha approvato un primo decreto-legge per garantire il soccorso e l’assistenza alle popolazioni e alle aziende colpite dall’alluvione e quindi procedere rapidamente al superamento della fase emergenziale.

Mi scuso per la rapida lettura, per non abusare del tempo concessomi dalla Presidenza: con successivo decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88, sono stati definiti i principi organizzativi e le misure normative per assicurare un pronto avvio della ricostruzione, sia pubblica che privata. Il decreto di ricostruzione è stato trasfuso nel decreto alluvioni, con emendamento approvato dall’VIII Commissione della Camera nella seduta di ieri.

Quest’ultimo provvedimento, con cui è stato pure istituito un apposito fondo per la ricostruzione, che non è mai esistito in Italia dal dopoguerra ad oggi (questa è una responsabilità, se mi consente, bipartisan, di tutti gli schieramenti), ha istituito un apposito fondo con una dotazione iniziale di 2,5 miliardi di euro per il triennio 2023-2025 e contiene, tra l’altro, specifiche misure per la pianificazione degli interventi su situazioni di dissesto idrogeologico e per la ricostruzione delle infrastrutture ambientali danneggiate. Si tratta di misure che si aggiungono a quelle già previste da altre disposizioni straordinarie, prima fra tutte quelle istitutive della gestione commissariale deputata al contrasto del dissesto.

Il provvedimento consente inoltre di velocizzare le procedure di ricostruzione, sia mediante specifiche deroghe normative, sia attraverso l’attribuzione del potere di ordinanza al commissario straordinario per la ricostruzione. Il commissario è competente a disciplinare in deroga, anche introducendo le occorrenti misure di semplificazione, e a erogare in via diretta i contributi per la ricostruzione privata fino al 100 per cento delle spese occorrenti e nei limiti naturalmente delle disponibilità esistenti.

Sono previste anche specifiche misure di sostegno in favore delle famiglie dell’Emilia-Romagna. In particolare, è stato autorizzato un contributo entro il limite di 5.000 euro finalizzato al ripristino dei danni all’abitazione, agli interventi di pulizia e rimozione di acqua, fango e detriti, alla sostituzione o all’acquisto di beni mobili distrutti o danneggiati. A quello appena citato può aggiungersi un contributo forfettario di 750 euro per il concorso alle spese di perizia e uno, sempre per un massimo di 5.000 euro, per il ripristino delle parti comuni degli edifici condominiali non fruibili.

Tali misure, che costituiscono un immediato sostegno ai privati, hanno visto finora circa 17.000 domande presentate; alla data del 16 luglio scorso sono stati erogati i primi 2.700 acconti ed entro il 23 luglio (cioè fra tre giorni) saranno erogati i secondi 5.000, per un totale di circa 24 milioni di euro.

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REPLICA SEN. DANIELE MANCA

Signora Presidente,ovviamente non siamo affatto soddisfatti, per due ragioni fondamentali. In primo luogo, noi riconosciamo la legittimità della scelta del Governo di non utilizzare strutture commissariali già presenti in Emilia Romagna; avete scelto una strada, quella di costruire una struttura nazionale con un commissario, alternativa all’utilizzo di una struttura. Questo è legittimo, però non accettiamo che lei racconti cose non vere sulla ricostruzione post terremoto, perché ci sono le parole di tanti Governi, quelle del Presidente della Repubblica, quelle di tanti suoi colleghi che hanno visto come la ricostruzione è stata possibile, perché è stata rapida, perché immediatamente i Governi di allora hanno deciso che venissero ricostruite le case delle persone riconoscendo il 100 per cento dei danni. Tutto ciò da subito. Non sono trascorsi ottanta giorni: dopo otto giorni le regole fondamentali della ricostruzione erano definite. In questo caso sono trascorsi ottanta giorni e non c’è un quadro economico e finanziario che rispetta le promesse che il Governo ha fatto in quel territorio.

Non ci impedirete, nella lealtà e nella leale collaborazione, di richiamare il Governo ogni giorno alle proprie responsabilità. Questo è il senso del nostro intervento; anzi, le diciamo con grande chiarezza che se aveste definito la cornice economica e finanziaria, anche con uno scostamento dagli obiettivi di medio termine, noi lo avremmo votato e sostenuto. Invece ancora oggi le risorse per indennizzare le famiglie e le imprese e per mettere in sicurezza quel territorio non ci sono.

Noi vi chiameremo alle vostre responsabilità. La ricostruzione del terremoto è stata virtuosa, utile e importante anche per riconsegnare al Paese una crescita economica di quelle aree superiore a quella che c’era prima del terremoto. Questo è l’elemento che più di tutti ci distingue e ci distanzia. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto in quel territorio; chiediamo al Governo di fare la stessa cosa, se ci riesce, con le scelte politiche che noi non condividiamo, ma che sono legittime, che ha sviluppato in questi mesi, durante i quali a mio avviso si è perso troppo tempo e si sono fatte più passerelle che fatti. 

 

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