Quando tutte le opposizioni si parlano e si coordinano è più solida la qualità della democrazia.
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Qui il mio intervento
Signor Presidente, ministro Ciriani, colleghi e colleghe, il provvedimento di proroga termini, cosiddetto milleproroghe, ha sempre rappresentato, a mio avviso, un’occasione importante per ampliare misure utili al Paese: per le famiglie, le imprese, gli enti locali, l’istruzione, la salute, il lavoro. L’auspicio del collega Borghi è molto ambizioso, perché il proroga termini ha sempre seguito la legge di bilancio.
Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un vuoto: nelle politiche economiche e sociali non siamo in presenza di una corretta programmazione economica e sociale. Penso alla legge di bilancio, per il poco tempo che c’è stato per esaminarla, e anche, secondo me, per una scelta che riteniamo sbagliata da parte della maggioranza: quella di non centrare gli obiettivi reali del Paese, di non comprendere che oggi la priorità deve portarli a riflettere sulle questioni sociali aperte, sulle disuguaglianze che si ampliano per effetto di salari incompatibili con la qualità della vita delle persone.
Siamo dunque in presenza di un proroga termini senza un’identità perché manca l’identità della legge di bilancio e mancano le programmazioni e le priorità da parte di questa maggioranza rispetto alle questioni economiche e sociali, che, per un Governo politico, dovrebbero rappresentare il cuore della propria iniziativa.
Non condivido il trionfalismo della maggioranza rispetto ai primi cento giorni; lo voglio dire con grande chiarezza, perché se i loro risultati consistono esclusivamente nei risultati elettorali ottenuti anche la settimana scorsa nelle elezioni nel Lazio e in Lombardia, io continuo a pensare, invece, che questi primi cento giorni abbiano mostrato un vuoto terrificante proprio sulla capacità di questa maggioranza di leggere le questioni sociali ed economiche in atto in questo Paese.
Colleghi, la prima cosa da fare è restituire al lavoro la priorità che il lavoro merita; correggere le enormi disuguaglianze in atto in questa società, in questa comunità, in questo Paese, che spingono sempre di più verso forme di solitudine e di povertà un numero sempre più elevato di persone. Voi avete fatto il contrario: anziché occuparvi delle dinamiche sociali, avete scelto forse la strada più semplice, quella della propaganda (lo capisco), quella di discutere per settimane e settimane del tetto sui contanti, quella della demolizione degli strumenti elettronici per evidenziare la tracciabilità e contrastare l’evasione, che per noi è una ricchezza mentre per voi è un accarezzare il pelo all’evasione per ragioni di consenso.
Dobbiamo tornare a parlare delle questioni prioritarie in questo Paese. In questo provvedimento sulla proroga termini abbiamo assistito a tante forzature, come gli interventi del Governo per sopprimere emendamenti dello stesso Governo che aveva riformulato emendamenti del Parlamento. Sono forzature che mostrano tanta confusione e, soprattutto, una difficoltà ad intraprendere la strada delle priorità. Questo è un punto politico per noi fondamentale, dal quale vogliamo partire.
Lo dico con chiarezza: abbiamo riconosciuto – e lo voglio fare anch’io in Aula – al ministro Ciriani e al presidente Calandrini, ai relatori senatori Balboni e Damiani il fatto di aver definito un percorso corretto di analisi degli emendamenti in Commissione. Questo ha restituito sicuramente un po’ di centralità al Parlamento; ha ribadito che si possono avere idee diverse, ma che su alcune questioni si possono anche intraprendere strade condivise nell’approvazione di numerosi emendamenti. Noi non discutiamo la questione di metodo, che continuo a pensare che oggi sia stata positiva grazie alla disponibilità del Ministro e anche dei Presidenti delle due Commissioni.
Quello che non c’è in questo decreto-legge è l’identità, la priorità, quegli elementi fondamentali di proroga che sarebbero stati indispensabili e necessari. Voglio partire anche dalla correzione che avevamo proposto e che intendo qui sottolineare, perché per noi è una questione cruciale. Avremmo preferito che aveste ammesso da subito l’errore fatto, durante la legge di bilancio, di modificare opzione donna, perché lì sì che avreste aiutato 20.000 donne ad evitare di rimanere nella solitudine e nella precarietà. Avremmo preferito un intervento ancora più rilevante sulle dinamiche sociali del lavoro fragile. Certo, anche grazie alla nostra caparbia determinazione di svolgere un ruolo propositivo e di opposizione, all’ultimo – devo riconoscerlo al Governo -, dopo aver bocciato un nostro emendamento, avete introdotto un emendamento riformulando anche il nostro che era stato respinto. Questo significa quindi che fare opposizione serve.
Lo dico innanzitutto ai colleghi di Fratelli d’Italia: provate ad abbandonare questa litania costante nel fare opposizione al passato. Gli elettori vi hanno consegnato legittimamente una responsabilità di Governo. Se continuate a perdere tempo sul passato, dimenticate per intero i problemi del presente e, soprattutto, non individuate il futuro corretto per questo Paese. Lo dico con grande franchezza e chiarezza tra di noi: questa litania ormai è priva anche di fondamento, perché i due terzi delle componenti di questa maggioranza di Governo hanno governato nell’ultima legislatura; una componente ha governato per un intero anno della legislatura e l’altra componente ha governato, negli ultimi vent’anni, per oltre dieci anni. Quindi anche questa litania sulla contrapposizione al passato non è coerente nemmeno con la composizione di questa maggioranza, ed è per questa confusione che si determina una mancanza di obiettivi da parte di questa maggioranza e continua ad esserci tanta confusione.
Avremmo preferito poter affrontare da subito il tema della sanità. Avremmo preferito che si fosse ammesso il problema fondamentale, perché la sanità è un diritto universale in questo Paese e senza le risorse necessarie, senza un ritorno almeno a una quota del 7 per cento del PIL, non riuscirete a chiudere i bilanci delle Regioni, lasciando la sanità pubblica nel caos, rendendo non esigibile il diritto universale alla salute. Avremmo preferito che si fosse deciso di lavorare anche sui vostri manifesti elettorali, poi negati quando vi siete trovati di fronte alla responsabilità di Governo.
Avremmo preferito le proroghe sulle accise, per aiutare tante famiglie ad evitare un caro del costo del carburante insostenibile ed iniquo, perché picchia in maniera disomogenea, come tutto il sistema dell’inflazione, che è di fatto una malattia strutturale per correggere le disuguaglianze. Infatti, con un’inflazione così alta, grazie alla mancata proroga di quegli sconti sulle accise, noi ampliamo le disuguaglianze, spingiamo nella solitudine, nell’indifferenza e nella povertà un numero sempre crescente di famiglie italiane.
Avremmo preferito che si fossero prorogate le misure dell’IVA agevolata al 5 per cento sul metano da autotrazione, perché lì avremmo dato un vantaggio anche a coloro che hanno investito per migliorare le emissioni in atmosfera, per ridurre le fonti di inquinamento, sia nell’autotrasporto privato, sia nel sistema del trasporto delle merci, dove sono stati fatti investimenti da tantissime imprese che oggi si vedono un costo del metano insostenibile per la capacità di stare sul mercato. Avremmo preferito che non lasciaste nella solitudine anche la rete della distribuzione del metano per autotrazione, che a proposito di idrogeno potrebbe rappresentare un veicolo essenziale per impostare un’innovazione straordinaria in questo Paese. Vi abbiamo chiesto proroghe significative sull’energia, che invece sono state marginalizzate, derubricate e respinte.
Allora, questo è il problema, onorevoli colleghi: c’è molta confusione, come sui balneari, e assistiamo anche ad un pericoloso rigurgito antieuropeo che io definisco a targhe alterne, perché la vicenda dei balneari è significativa. Avevamo chiesto da subito un comportamento coerente e trasparente del Governo per avere una relazione tecnica, corredata dalla bollinatura della Ragioneria generale dello Stato, che certificasse l’assenza di oneri sulla finanza pubblica. Non avete fatto un intervento utile alle imprese; anzi, potevate fare un intervento utile alle imprese italiane, ma avete reso più precaria l’impresa balneare, quella legale, quella che investe, quella che chiede futuro e garanzie per poter realizzare gli investimenti.
Voi avete utilizzato Eurostat (a proposito di rigurgiti antieuropei a targhe alterne) per non affrontare il tema della cessione dei crediti sul superbonus, dove spingete decine di migliaia di imprese verso procedure fallimentari per mancanza di liquidità; avete cioè rinunciato ad affrontare le priorità, ancora continuando sulla propaganda. Credo che sia giunto il momento di cambiare rotta, di rivedere le priorità nelle politiche economiche e vedrete che sarà meno difficoltoso un proroga-termini coerente con i bisogni reali del Paese e con i bisogni reali delle imprese e delle famiglie italiane.